Infezioni Obiettivo Zero

Rivista on line

Infezioni Obiettivo Zero

Rivista on line
a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana
Antibiotico Resistenza

Antibiotico-resistenza, come comunicarla in modo efficace alla popolazione: i 5 principi chiave individuati dal Wellcome Trust

Antibiotico Resistenza · 10 dicembre, 2019
Irene Bellesi

ARS Toscana


Come migliorare la consapevolezza del problema dell’antibiotico-resistenza nella popolazione? Una delle strategie individuate dal Global action plan on antimicrobial resistance1, pubblicato nel 2015 dall’OMS, punta su interventi di comunicazione, educazione e formazione. In altre parole: modificare i comportamenti attraverso programmi di comunicazione specifici. Questo obiettivo è stato ripreso anche dal Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza, pubblicato in Italia nel 2017, che promuove la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione alla tematica.

Questa urgente necessità nasce dalla constatazione che ad oggi la popolazione generale ha una comprensione ancora limitata del fenomeno dell’antimicrobico-resistenza – cioè dell’inefficacia degli antibiotici verso alcuni batteri prima trattabili con questi farmaci - del suo impatto e dell’urgenza di attuare adeguate iniziative di contrasto del fenomeno, che entro il 2050 potrebbe diventare la prima causa di morte a livello mondiale.

A questo problema ormai globale di sanità pubblica si è interessato anche il Wellcome Trust, ente di beneficenza con sede a Londra, nato nel 1936 per "migliorare la salute di ognuno aiutando le grandi idee a prosperare" e favorire la comprensione della scienza da parte dell'opinione pubblica. Il Wellcome Trust ha sostenuto la pubblicazione, lo scorso 29 ottobre, di un report che prefigura una nuova strategia comunicativa , suggerendo nuove modalità per contestualizzare il problema. In particolare, attraverso una ricerca quantitativa e qualitativa condotta sui cittadini di sette Paesi, sono stati individuati cinque principi chiave dei quali esperti e medici a livello globale dovrebbero tenere conto nel comunicare l’antimicrobico-resistenza.

1. Inquadrare l’antimicrobico-resistenza come un fenomeno che indebolisce la medicina moderna
Una comunicazione efficace deve sostenere che l’antimicrobico-resistenza rappresenta una minaccia trasversale a tutta la medicina, che ostacola e mina le terapie sulle quali facciamo affidamento. Il rischio di infezioni resistenti agli antibiotici può infatti impedire il buon esito di terapie antitumorali, trapianti, ma anche interventi chirurgici di routine. Rafforzare il concetto attraverso esempi pratici rilevanti, adattati al contesto e al pubblico al quale ci rivolgiamo, lo rende senz’altro più comprensibile. 

2. Spiegare in breve i principi fondamentali
Una spiegazione sintetica con termini chiari, senza utilizzare un gergo scientifico e tecnicismi, risulta più efficace e comprensibile per la comunità, che è così portata ad aumentare il proprio supporto alla causa.

È stato rilevato in particolare come prioritario riuscire a far passare il messaggio che sono i batteri, e non gli individui, a sviluppare le resistenze agli antibiotici. Infatti, la percezione del rischio diminuisce in coloro che credono – erroneamente - che la resistenza si sviluppi negli individui: essi sono infatti convinti che il problema possa essere evitato con comportamenti individuali virtuosi, come assumere pochi antibiotici o non assumerne affatto. Occorre dunque sostenere una corretta comprensione del meccanismo della resistenza, chiarendo che sono i batteri a diventare resistenti: tutti siamo quindi a rischio, a prescindere dai nostri comportamenti personali. Ne consegue che siamo davanti ad una minaccia universale di sanità pubblica. Questa visione conferisce la giusta priorità al problema, stimolando nelle persone la necessità di un’azione collettiva dal basso, affiancata ad un forte impegno a livello politico.

Usare i termini giusti in relazione al constesto risulta altrettanto cruciale. Alcuni termini come “antimicrobico-resistenza” sono problematici dal punto di vista comunicativo perché non sono di immediata comprensione per tutti e pertanto non dovrebbero essere usati in contesti divulgativi rivolti ad un pubblico ampio.
Per comunicare bene il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza occorre spiegare il ruolo che anche le attività umane (abuso di antibiotici in agricoltura e allevamento) stanno svolgendo nell’accelerazione del problema. Il concetto di “abuso” è solitamente ben compreso, ma deve essere chiaro che si tratta di un abuso collettivo e non dell’eccessivo uso di antibiotici da parte del singolo individuo.

3. Enfatizzare che si tratta di una questione universale che può affliggere chiunque, nessuno escluso
Uno dei maggiori ostacoli alla comprensione del fenomeno dell’antimicrobico-resistenza è la scarsa percezione del rischio a livello personale. Dire che “tutti siamo a rischio” non è sufficiente: il messaggio viene percepito come troppo generico e impersonale per generare una reazione forte. Occorre dunque rinforzare l’affermazione con riferimenti personali quali “siamo tutti a rischio, incluso te, i tuoi amici, la tua famiglia”, che colleghino direttamente il soggetto con il problema. Anche ascoltare testimonianze dirette è efficace per generare affezione e identificazione verso la causa. In generale, quindi, gli articoli e le notizie che mostrano il “lato umano” dell’antimicrobico-resistenza sono più efficaci: spesso le statistiche su larga scala mancano infatti di un significato tangibile per la maggior parte delle persone. 

4. Focalizzarsi sul “qui e ora”
Le comunicazioni sull’antimicrobico-resistenza si sostanziano soprattutto in messaggi di allerta, spesso catastrofici. Se da una parte tali messaggi attraggono l’attenzione e trasmettono il senso dell’urgenza, dall’altra riducono la credibilità del loro contenuto perché percepiti come sensazionalistici ed esagerati. L’informazione risulta quindi indebolita e priva di impatto, generando quindi un atteggiamento scettico nell’interlocutore. In quest’ottica occorre far capire che l’antimicrobico-resistenza è un problema attuale, che deve essere preso in considerazione adesso. Deve quindi passare in modo chiaro il concetto che l’antimicrobico-resistenza sta avendo già adesso un serio impatto, che con il passare del tempo diventerà sempre più rilevante.

5. Incoraggiare un’azione immediata
Una delle conclusioni più importanti della ricerca condotta dal Wellcome Trust è che possiamo rendere più efficaci le comunicazioni sull’antimicrobico-resistenza inquadrando il problema come risolvibile. Questo trasmetterà ottimismo, faciliterà una presa di posizione e incoraggerà all’azione. Le iniziative necessarie devono comunque essere spiegate in modo chiaro.

Wellcome Trust propone quindi un nuovo modo di comunicare l’antimicrobico-resistenza applicando i cinque principi chiave sopra descritti e suddividendo la strategia comunicativa in due tipi di narrazione: una narrazione centrale, di primo piano, capace di attrarre l’attenzione sul problema, seguita da un’esposizione più ampia e approfondita, che “guidi” la collettività verso una piena comprensione e consapevolezza, stimolandola a supportare attivamente la causa.

In sintesi, l’inquadramento individuato dallo studio condotto da Wellcome Trust risulta particolarmente efficace perché:

  • identifica l’antimicrobico-resistenza come una delle cause del declino della medicina moderna, rende più difficili le cure e può impedire il buon esito delle terapie
  • introduce una spiegazione chiara del concetto di “resistenza” e di “abuso” sia nell’uomo che nell’animale
  • inquadra l’antimicrobico-resistenza come un problema globale e attuale, destinato ad aggravarsi se non agiamo subito

 

Bibliografia