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a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana
Antibiotico Resistenza

Antimicrobico-resistenza e movimenti delle popolazioni

Antibiotico Resistenza · 17 luglio, 2024
Bartoloni A

AOU Careggi, Università di Firenze


Autori: 

  • Alessandro Bartoloni - AOU Careggi, Università di Firenze

L'antimicrobico-resistenza riconosce, tra le concause che ne aumentano la frequenza, fattori ulteriori rispetto all'impiego di antibiotici (in medicina umana, veterinaria e ambiente) e alla ridotta capacità di esercitare un efficace controllo delle infezioni.
Si tratta di un fenomeno complesso e, anche se dobbiamo intensificare le nostre azioni in ambito sanitario, occorre avere consapevolezza del fatto che il tema deve essere trattato anche in ottica di planetary health definita come "la salute della civilizzazione umana e lo stato dei sistemi naturali da cui essa dipende" [cit. Whitmee S, Haines A, et al. Safeguarding human health in the Anthropocene epoch: report of The Rockefeller Foundation-Lancet Commission on planetary health. Lancet. 2015 Nov 14;386(10007):1973-2028]. 
 

Presentiamo una serie di articoli, già pubblicati come capitoli nella collana Documenti ARS, che trattano dell'antimicrobico-resistenza come fenomeno correlato al cambiamento climatico, ai viaggi internazionali e alle migrazioni di popolazioni.
 
Il contributo di Alessandro Bartoloni, dal titolo Antibiotico-resistenza e movimenti delle popolazioni (Documento ARS n. 121, parte II, cap 3), evidenzia come i rifugiati e i migranti siano particolarmente vulnerabili all'AMR a causa delle condizioni di vita precarie, come sovraffollamento e scarsa igiene. Un'analisi recente ha mostrato un’alta prevalenza di batteri multiresistenti tra rifugiati e migranti in Europa. La trasmissione dei microrganismi resistenti avviene prevalentemente durante o dopo la migrazione, senza evidenze di trasmissione significativa ai residenti locali. Anche la tubercolosi resistente ai farmaci (MDR-TB) è in aumento, con rifugiati e migranti tra le categorie più a rischio.
 
Migliorare l’accesso ai farmaci antibiotici e una loro prescrizione adeguata è essenziale per questa popolazione, che spesso incontra barriere sistemiche e culturali. Sono necessari programmi di prevenzione, controllo delle infezioni e sorveglianza dell’AMR integrati nell’assistenza sanitaria per tutti i gruppi di migranti. Infine, l’implementazione di programmi vaccinali può ridurre l’uso di antibiotici e la pressione selettiva per lo sviluppo dell’AMR.
 
In questo video Linda Martorella (Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina preventiva, Università di Firenze) introduce e commenta brevemente l'articolo di Alessandro Bartoloni.
 
 

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