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a cura di Agenzia regionale di sanità Toscana
Antibiotico Resistenza

Consumo di antibiotici e antibiotico resistenza in Europa: a che punto siamo?

Riportiamo i dati dal recente rapporto dell’EFSA sulla popolazione europea e sugli animali da allevamento

Antibiotico Resistenza · 24 agosto, 2021
Alice Matone

Collaboratore ARS Toscana


In Europa il consumo di antibiotici negli animali da allevamento è considerevolmente diminuito negli ultimi anni, mentre quello negli esseri umani è rimasto pressoché stabile. Il cambiamento, avvenuto anche grazie alle misure di prevenzione implementate nei diversi stati dell’UE, è dovuto soprattutto a un calo di utilizzo degli antimicrobici in quei paesi che avevano livelli di consumo molto alti. I numeri però sono ancora elevati, così come i livelli di antibiotico resistenza. È quindi fondamentale continuare a implementare e rafforzare le misure di prevenzione.

Sono questi i risultati principali riportati nella relazione pubblicata il 30 giugno 2021 dall’EFSA, in collaborazione con l’ECDC e l’EMA, sul consumo di antibiotici e sull’antibiotico-resistenza nei batteri dell'uomo e degli animali da allevamento relativa agli anni 2016-2018. Si tratta del terzo rapporto congiunto sul tema, basato sui dati degli Stati membri dell'Unione Europea, due paesi dello Spazio Economico Europeo (Islanda e Norvegia) e la Svizzera. Le analisi integrate dei dati sono concentrate su combinazioni di antibiotici e specie batteriche più rilevanti per la salute pubblica. La relazione si basa principalmente sui dati del 2016, 2017 e 2018; per il confronto tra il consumo negli animali e nell'essere umano sono stati utilizzati i dati dell'anno intermedio 2017, mentre, per rilevare l’andamento nel tempo, sono stati inclusi i dati del 2014 e 2015.

Dal rapporto emerge che tra il 2014 e il 2018 il consumo medio complessivo di antibiotici negli animali da allevamento nei 27 paesi UE/SEE è diminuito (da quasi 160 a poco più di 100 mg/kg), mentre negli esseri umani è rimasto relativamente stabile (intorno ai 120/130 mg/kg). Si è quindi verificata nel 2016 un’inversione fra i due settori e, nel 2017, la media del consumo era considerevolmente più alta negli esseri umani rispetto agli animali da allevamento. La riduzione osservata è fortemente influenzata da una sostanziale riduzione del consumo in quei paesi che inizialmente avevano un consumo più elevato, e può essere spiegata in gran parte dal ridotto uso di tetracicline e penicilline.

EFSA Report fig 1

Figura 1 - Consumo in animali da produzione animale e esseri umani in 27 paesi EU/SEE tra il 2014 e il 2018

Per quanto riguarda invece l’antibiotico resistenza nella popolazione, gli andamenti variano tra i diversi stati, ma anche a seconda dei diversi ceppi batterici e degli antibiotici. Per esempio, la diffusione di Stafilococco resistente alla Meticillina è diminuita nella maggior parte dei paesi, mentre l’E. coli resistente alle cefalosporine di terza generazione è aumentato in 12 stati, e diminuito in 11.

Il documento fornisce anche un'analisi integrata delle possibili relazioni fra il consumo di antibiotici e la presenza di antibiotico resistenza. Per E. coli, è stata osservata un'associazione positiva tra consumo e resistenza in quasi tutte le classi di antimicrobici per entrambi i settori, umano e animale. Associazioni positive tra consumo e resistenza sono state trovate spesso anche in C. jejuni, specialmente negli animali, ma non nella Salmonella. Ciò è in parte spiegato dalla maggiore disponibilità di dati per E. coli e C. jejuni rispetto a Salmonella, ma va anche considerato che ci sono diversi fattori, oltre al consumo, che influenzano l'insorgenza della resistenza.

L’associazione positiva più forte tra antibiotico resistenza negli animali da allevamento e negli esseri umani è stata riscontrata per C. jejuni, probabilmente una conseguenza del fatto che questo patogeno si trova negli animali da produzione alimentare e causa infezioni di origine alimentare nell'uomo.

In generale, negli ultimi anni, in molti dei paesi dell'UE/SEE sono state implementate una serie di misure che si presume abbiano portato alla diminuzione del consumo di antibiotici negli animali da allevamento, fra cui: una maggiore attenzione alla prevenzione delle malattie batteriche; attuazione di piani d'azione nazionali per ridurre il verificarsi della resistenza; campagne per promuovere un uso prudente degli antibiotici; restrizioni sull'uso di alcuni antibiotici negli animali da allevamento; misure di controllo della prescrizione; sensibilizzazione sulla minaccia della resistenza agli antibiotici e definizione di obiettivi per la riduzione delle vendite.

Nel complesso i risultati suggeriscono che ulteriori interventi per diminuire e migliorare il consumo di antibiotici ridurranno l'insorgenza della resistenza a questi farmaci. I livelli di consumo e di resistenza riportati negli animali e nella popolazione dei diversi paesi restano elevati, e mettono in evidenza la necessità di rafforzare gli interventi per affrontare la situazione; è necessario continuare a promuovere un uso prudente degli antimicrobici e implementare misure di controllo e prevenzione delle infezioni sia nell'uomo che negli animali da allevamento.

 

Per approfondire:

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